Account Email Compromesso / Business Email Compromise (BEC)

In caso di soggetto truffato tramite violazione dell’account email, con conseguente trasferimento fraudolento di denaro, è fondamentale agire rapidamente, sia dal punto di vista tecnico che giuridico, anche in un’ottica di protezione dei dati personali ai sensi del GDPR.
Ecco cosa può essere successo:
- L’account email è stato violato (es. tramite phishing, credenziali rubate, assenza di 2FA).
- L’attaccante accede realmente alla casella di posta.
- Invia email che appaiono legittime dall’account della vittima.
- L’attaccante riesce a truffare contatti fidati (es. convincere a fare un bonifico).
QUI i consigli principali , in ordine di priorità, da dare al soggetto coinvolto:
- Segnalare immediatamente la truffa alle autorità
- Denuncia presso la Polizia Postale (o altra autorità competente).
- Indicare chiaramente: l’indirizzo email compromesso, la cronologia degli scambi con l’hacker, il dettaglio del pagamento effettuato, eventuali documenti ricevuti o inviati.
- La denuncia è necessaria per avviare eventuali indagini internazionali (soprattutto in caso di bonifico verso banche estere).
- Contattare l’istituto bancario
- Se possibile bloccare immediatamente la transazione eventuali ulteriori transazioni.
- Richiedere l’intervento urgente per tentare di revocare il bonifico o segnalarlo come transazione fraudolenta.
- Richiedere alla banca un report dell’operazione, utile anche per la denuncia.
- Verificare la violazione dell’account email
- Cambiare subito tutte le password dell’account compromesso (e di altri servizi collegati).
- Attivare l’autenticazione a due fattori (2FA).
- Se possibile, accedere ai log di accesso per capire da dove è avvenuta la compromissione (IP, località, dispositivo).
- Se l’email è aziendale o gestita da un provider esterno, informare anche il reparto IT o l’amministratore di sistema.
- Valutare la comunicazione del Data Breach (se azienda)
Se il soggetto truffato è un’azienda, e l’email compromessa conteneva dati personali di clienti, dipendenti o partner:
- Potrebbe configurarsi un data breach ai sensi dell’art. 33 del GDPR.
- Va quindi notificato entro 72 ore al Garante Privacy (autorità di controllo).
- Se il rischio è elevato per i diritti e le libertà delle persone coinvolte, va informato anche l’interessato.
- Documentare tutto
- Conservare ogni comunicazione ricevuta dall’hacker (anche se fasulla).
- Annotare ogni azione intrapresa: cambi password, notifiche, rapporti con banca, forze dell’ordine.
- Questa documentazione può essere utile sia in fase legale sia per una futura valutazione d’impatto sulla sicurezza.
In sintesi:
Si tratta di una violazione della sicurezza, che può avere impatti sia economici che sulla protezione dei dati personali. Una reazione tempestiva e strutturata può ridurre i danni e – in ambito GDPR – limitare responsabilità e sanzioni.