2025 : l’anno delle semplificazioni procedurali?

2025 : l’anno delle semplificazioni procedurali?

Il Regolamento europeo sulla protezione dei dati personali (GDPR) potrebbe presto subire una revisione volta a semplificare gli adempimenti per le micro, piccole e medie imprese (MPMI). Bruxelles ha infatti avviato un percorso di riforma, spinta dalla necessità di conciliare la protezione dei dati personali con la competitività del sistema economico europeo, specie nei confronti di realtà globali come Stati Uniti e Cina.

Perché una revisione?

L’idea nasce dal riconoscimento che il GDPR, pur essendo un regolamento europeo applicabile in tutta l’UE, lascia spazio a 15 ambiti in cui gli Stati membri possono introdurre norme nazionali, generando frammentazione e incertezza giuridicaApprofondisci qui.

Questa situazione, più simile a una direttiva che a un regolamento uniforme, crea difficoltà operative per molte aziende, come evidenziato anche nel recente Rapporto Draghi 2024 sull’Unione Europea.

Le basi giuridiche da cui si parte

La revisione non metterà in discussione i principi fondamentali, sanciti dalla Convenzione di Strasburgo n. 108 e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’UE, che garantiscono la protezione dei dati personali come diritto fondamentale.

Tuttavia, si cercherà di alleggerire il carico burocratico, mantenendo saldi i diritti degli interessati.


Semplificazioni previste: cosa cambierà

Ecco alcune semplificazioni attualmente in discussione, che potrebbero aiutare sia i titolari del trattamento (datori di lavoro o Data Controller) sia gli autorizzati (dipendenti o Data Processor) nella gestione quotidiana dei dati personali:

  1. Istruzioni anche orali per gli incaricati
    I datori di lavoro potranno impartire le istruzioni necessarie per il trattamento dei dati personali anche in forma orale, semplificando le procedure scritte, pur rimanendo fondamentale la chiarezza.

  2. Registro dei trattamenti meno rigido
    Le imprese non saranno più obbligate ad aggiornare il registro ogni anno, purché siano mantenute le informazioni essenziali in modo coerente.

  3. DPIA semplificato
    Il Privacy Impact Assessment (analisi d’impatto sulla protezione dei dati) sarà reso più accessibile e adattato alla realtà delle PMI, attraverso modelli semplificati di “raccolta rischi”.

  4. Sicurezza anche in assenza del personale
    Saranno introdotte procedure pensate per garantire la continuità operativa e la sicurezza dei dati anche in caso di assenze prolungate (ferie, malattie, ecc.), riducendo i rischi di accesso non autorizzato o interruzioni.


Una protezione dati proporzionata e realistica

Uno degli aspetti centrali della revisione sarà l’adozione di un principio di proporzionalità: il diritto alla protezione dei dati deve convivere con altri diritti fondamentali, tra cui la libertà d’impresa e la libertà contrattuale.

Questo è chiaramente espresso nel considerando 4 del GDPR:

“Il trattamento dei dati personali deve essere al servizio dell’uomo. Il diritto alla protezione dei dati di carattere personale non è una prerogativa assoluta, ma va considerato alla luce della sua funzione sociale e va contemperato con altri diritti fondamentali.”


Cosa significa per le aziende e i lavoratori?

Per i datori di lavoro, queste semplificazioni rappresenteranno  un’occasione per snellire le procedure e focalizzarsi sulla sostanza: la tutela effettiva dei dati. Sarà più facile conformarsi agli obblighi, pur mantenendo un buon livello di protezione.

Per i dipendenti incaricati del trattamento, invece, rimane fondamentale ricevere istruzioni chiare, anche verbali, e seguire semplici regole operative per gestire correttamente i dati personali (di clienti, fornitori, colleghi).


Conclusione

La revisione del GDPR non significa indebolire la protezione dei dati, ma renderla più efficace e sostenibile, soprattutto per le imprese di piccole dimensioni. L’obiettivo è creare un ambiente di lavoro consapevole, in cui la privacy sia vista come un’opportunità di fiducia verso clienti, partner e dipendenti, e non solo come un obbligo formale.

Restare aggiornati sarà essenziale, perché il GDPR del futuro potrà essere più LEAN, ma non meno importante.

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